“LE SORELLE FATALI(TA’)” – STORIA DI UN VIAGGIO LUNARE CON SPETTACOLO @ Emyliù con Vita e Jasmine

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Da sinistra: Jasmine Piattelli, Emyliù Spataro, Monica Bellomo/Vita Palamanca

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Video estratto dello spettacolo

Non è stato facile stanare Emyliù dal suo rifugio lunare, ma Vita e Jasmine erano le uniche terrestri ad avere le coordinate extrasensoriali per localizzare la sua navicella sul lato oscuro della Luna, dove nessun umano aveva mai piantato bandierine, tantomeno rainbow.

(Mentre oggi, a distanza di un anno, c’è una sonda cinese che va su e giù, proprio vicino alla sua base lunare – n.d.r )

La seconda edizione della QUEER WEEK per l’Estate Fiorentina prevedeva un talk show pomeridiano, al quale le tre performer erano state invitate dal direttore artistico Valerio Bellini; e dopo una serie di videoconferenze, quel salottino di tricoteuses si trasformò in un vero e proprio spettacolo in prima serata, con tanto di racconti, canzoni e proiezioni che mostreremo qui nei momenti salienti.

Tre persone non conformi che si ritrovano dopo tre lustri per raccontare al pubblico i loro percorsi paralleli, vissuti singolarmente in sociale solitudine.

Certo, Vita e Jasmine, conosciute durante i famigerati Traduni del Tra-Tra – Transgenderismo e Travestitismo (storico gruppo di socializzazione su Yahoo) erano già all’epoca più social e attiviste Lgbt (negli anni 10 il Q+ ancora non c’era nella sigla), mentre Emyliù già allora andava ai Tra-duni del Tra-Tra per cantare come una chanteuse d’altri tempi in fantastiche feste di Capodanno a Torino o Desenzano del Garda.

Se si pensa che durante un lungo viaggio di ritorno in macchina da Torino a Firenze (città di Jasmine e Vita), Emyliù, che poi proseguì per la sua Roma, tra vicendevoli racconti di vita, espresse il desiderio di realizzare qualcosa di artistico insieme, il loro ritrovarsi nel 2023 – 23, come in una apocalittica chanson di Dalida, il 23 di Giugno, appare davvero fatale e con un pizzico di metempsicosi.

E così, sotto un metafisico tendone a strisce bianche e rosse in quel punto di verde pittorico della campagna toscana, “Le tre sorelle fatali(tà)” come in un arazzo bucolico rupestre si avvicendano su un grande palcoscenico del Lumen, posto meraviglioso che ricorda le oniriche scampagnate di pasquetta dell’infanzia.

Dall’alto: Emyliù Spataro, Jasmine Piattelli, Vita Palamanca (Monica Bellomo)

Ma la cosa più bella sono state le persone coinvolte, che hanno reso possibile il miracoloso ritorno di Emyliù sulle scene, nelle classiche vesti da cantora e narratrice, insieme alle sorelle fatali: l’empatica Vita Palamanca, che oltre a raccontarsi ha condotto con brio la serata, e Jasmine Piattelli, che si è narrata con una voce profonda e vellutata.

E nel finale catartico, quando avviene l’unione quasi carnale con il pubblico, attraverso quella buona manciata di secondi di applausi che ripagano, lasciando allentare tutto, dopo il panico da palcoscenico e il concedersi completamente anima e corpo, ritrovandosi con il microfono in mano, dice la verità:

Vi ringrazio con tutto il cuore Vita e Jasmine, perchè se non mi aveste chiamata sarei rimasta come in un sogno lunare che va/ sto navigando senza gravità/ vedo la Terra azzurra lassù/ di una struggente bellezza da qui/ ma com’è bella se vista così/ la la la la la la la la la la”.

Emyliù Spataro

Da sinistra: Emyliù, Valerio Bellini, Jasmine, Vita Monica

Lumen

Emyliù Spataro

Jasmine Piattelli
Monica (Massimo) Bellomo – in arte Vita Palamanca

AUREVOIR

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