IMANE KHELIF – WORK IN PROGRESS FINO ALLA DENUNCIA PER CYBERBULLISMO

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IMANE KHELIF

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Imane Khelif in sportiva sorellanza con le sue colleghe olimpioniche

Imane Khelif ha vinto con la sola tecnica pugilistica che è stata naturalmente migliore rispetto alla tecnica delle altre pugili. È sempre così che si vince nella boxe, come in altri sport di contatto.

La combinazione cromosomica è irrilevante, se questa persona è nata donna ed è cresciuta e si è allenata come tale sin da piccola. E il testosterone, prodotto da ogni donna, anche se lei e altre donne lo producono a livelli maggiori, era comunque nella norma prima dell’ammissione a queste Olimpiadi.

Tutte le altre illazioni che vorrebbero dimostrare un suo irregolare vantaggio, rimangono tali e non sono state dimostrate. Dunque questo accanimento mediatico nei suoi confronti, con un inaudito e violento cyberbullismo da ogni dove, e sopratutto da alte cariche del nostro governo italiano, è mirato strumentalmente a colpire non tanto la pugile algerina, singolarmente, quanto tutto il genere umano “non conforme”.

Dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, al ministro alle infrastrutture Matteo Salvini, la ministra del turismo Daniela Santanchè, fino al neo-deputato europeo Vannacci, scendendo giù fino alla riesumazione di una ex velina, tale Maddalena Corvaglia, che ha espresso sui social opinioni a dir poco demenziali (come fosse la degna figlia del generale), sono tutti mirati ad attaccare ideologicamente l’inclusione delle persone non conformi, per portare voti ai loro partituncoli di bassa lega.

“Che non si azzardino i non conformi” – questa è l’implicita minaccia – “a volersi includere come hanno fatto le donne nel 1946, conquistando in Italia il diritto al voto, o ancor prima nel 1900 a partecipare alle Olimpiadi per la prima volta nella storia, guardacaso, proprio ai Giochi Olimpici di Parigi.

Il caso Khalif, non solo secondo la mia immodesta opinione, è stato pilotato dalla politica internazionale e provinciale, ed è passato sotto la lente d’ingrandimento mediatica solo dopo il forzato ritiro della boxer azzurra Angela Carini, che si dice abbia avuto delle pressioni dai poteri forti per ritirarsi dopo pochi secondi dall’inizio del primo round, per “un pugno troppo forte che le aveva fatto troppo male”.

La sceneggiata è stata stucchevole, sotto gli occhi attoniti dell’atleta algerina che ha dichiarato in una intervista (non ancora smentita) che conosceva perfettamente l’atleta italiana, con la quale si era allenata per un anno intero ad Assisi.

Caso chiuso?

Eh no! Imane Khelif ha citato in giudizio la scrittrice di Harry Potter, JK Rowling, e l’imprenditore Elon Musk, per “cyberbullismo con atti di molestie informatiche aggravate”. I nostri bulli di governo e i provinciali pruriginosi da social posso stare tranquilli. Per ora.

Mava Emyliù Fankù

L’intervista di Imane Khelif in cui parla della campagna denigratoria nei suoi confronti e di Angela Carini.
Imane Khelif in una foto del 2023, durante un campionato
Imane Khelif in una foto del 2023, durante un campionato
Il cyberbullismo con l’aggravante della disinformazione colpevole della ministra Santanchè
IMANE KHELIF

Mava Emyliù Fankù

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