TATA BARBALATO presenta EMYLIU’ SPATARO in “ANIME IN TEMPESTA” – VIDEOTEATRO con una recensione di UMBERTO SERRA
Da un’idea di Tata Barbalato che dirige eMyliù Spataro in un esperimento di Videoteatro essenziale nel Web: “Anime in tempesta” tratto da “Noi siamo diversi” di Carmen Mondragon.
In un’epoca in cui l’eccesso, l’ostentazione, la volgarità sembrano aver cancellato quell’incanto che nasce dalla perfetta fusione tra l’interiorità di un attore e l’intensità di ciò che racconta – con la voce, con il corpo, con l’anima – Emiliù è riuscito a coinvolgermi, a farmi percepire il senso, il peso, di un percorso nella sua essenzialità affascinante e insieme oscuro. Quando attore ed autore si fondono in un sentire comune che diventa arte si rinnova la magia dionisiaca del teatro, ormai sempre più rara. Umberto Serra
Quando sono approdato su Facebook, quello di Emy è stato uno dei primi profili che ho aggiunto. Mi colpì subito la naturalezza con cui agiva il suo delirio. Emy, come me, è una persona borderline, ma con consapevolezza. Come me vive su un “limite”, come diceva Enzo, o in “between”, come direbbe Maria Luisa.
Ho trovato subito interessante il fatto che pubblicasse contenuti creati da lui e non si limitasse a condividere cose create da altri. come storia personale abbiamo un inizio comune, questo l’ho capito col tempo dall’osservatorio di FB, entrambi siamo nati e cresciuti fino ad una certa età in un paese del sud profondo, per essere trapiantati poi in una grande città che ci ha travolti e stravolti, cosa che io trovo positiva anche se inzialmente traumatica. Le nostre sensibilità ci hanno guadagnato, si sono affinate, raffinate. Così sono nati Emy e Tata.
Così è nato un rapporto di soro-fratellanza, chiamatelo come volete, per noi non fa differenza. Come non fa differenza che ci muoviamo nel mondo virtuale e non in quello reale. La prima “collaborazione” a cui lo invitai, come una partita a scacchi, una mossa tu e una io, fu sul piano grafico-pittorico e realizzammo anche un’operina. Fu solo un episodio, non c’è stato un seguito, forse per pigrizia, forse per le naturali differenze di formazione, lui più onirico surreale, io più espressionista.
Adesso viene il teatro. Appena lessi questo piccolo monologo lirico di Carmen Mondragòn, un’altra artista con una storia sul limite, pensai che fosse il ritratto preciso mio e di qualche altro amico di FB, fra cui Emy. lo invitai a leggerlo, gli piacque, e così, dopo alcune minime indicazioni di regia è nato questo gioiellino.
QUANDO SEI TEATRO IL TEATRO SI FA DA SOLO. P.S. :State tonati e tonnati, voglio dire state in campana, perchè stiamo lavorando a uno dei più bei monologhi del teatro mondiale. TATA BARBALATO